La Milano Design Week è terminata. Oggi però per #WEBLOGsaloni inizia un’altro periodo pieno, quello dei racconti e della selezione di tutto ciò che abbiamo visto e che merita di essere mostrato ai lettori. Io ho deciso di cominciare dal Fuorisalone di via Ventura, zona dove vedono la luce prototipi e sperimentazioni di giovani studenti di design da tutto il mondo.
Ventura Lambrate è un design district temporaneo, un quartiere industriale ormai riqualificato a nord est di Milano, dedicato proprio ai designer emergenti, al loro talento e al loro primo approccio con il pubblico, professionisti del settore e non.
Arrivata a Ventura sono stata invasa dalle Bolle di luce di Giopato & Coombes, e mi sono detta che, se anche quest’anno ho dovuto sacrificare via Tortiìona, ne è valsa la pena. La scommessa era quella di rendere questa sospensione dalla percezione leggera, proprio come bolle di sapone.
Vi assicuro che ci sono riusciti alla perfezione.
Da Stoccolma lo studio Brieditus & Evans porta Re Rag Rug, meravigliosi tappeti intrecciati a mano da t-shirt riciclate. Design sostenibile, ecologicamente e socialmente, un progetto in 12 mesi, 12 tappeti, 12 tecniche diverse. Il primo sulla sinistra è Kasuri ed è stato un colpo di fulmine.
Dyed Wooden Textiles di Elisa Strozyk: arazzi, pezzi unici, in legno tinto di acero e cotone. Avete capito bene: metà legno metà tessuto, vi assicuro morbidissimi.
Pieke Bergmans presenta la collezione Light in the dark, divertentissima. I suoi vasi in vetro mi hanno fatto venire voglia di prendere un pesciolino rosso.
Atelier Monté porta a Milano forse il mio pezzo preferito: The Art of Deception, una lampada creata dal cuore di un maiale, ironica dimostrazione di quanto la scienza possa ormai manipolare il corpo umano. Un organo che diventa design, riciclato per uso estetico.
Space Frames è l’installazione luminosa presentata al Fuorisalone dallo studio Mieke Meijer di Eindhoven e Roy Letterlé. Rappresenta archetipi architettonici stilizzati: archi, colonne, murature..Sottili strutture in legno racchiuse da un tessuto teso e leggerissimo.
L’architetto Daniele Colombati, GG-loop studio, presenta il tavolo Diatom e altri due pezzi di una collezione flessibile e modulare. Mi ha molto colpito la leggerezza della base e la scelta del colore degradè che arriva a fondersi in prossimità del piano in cristallo. Il nome deriva dalle Diatomee, organismi unicellulari racchiusi all’interno di una parete cellulare in silice, di forme diverse e asimmetriche che hanno ispirato la struttura del tavolo.
Phases IV dello Studio Jeroen Wand sono vasi multicolore realizzati tramite due fasi di lavorazione del gesso.
La Penta Collection, del designer Anon Pairot per Eqologist, è in fibra naturale, un mix di pentagoni e triangoli che rendono qusta sospensione rigida e resistente.
ONE lighting di Ceren Dabag, una giovanissima designer con base a Instambul.
La Gro bench di Therese Damkjaer è una delle cose più comode su cui mi sia mai seduta. Una panca ispirata ai funghi e alla loro propagazione. I punti morbidi e removibili attenuano il freddo del metallo e sono divertentissimi da riposizionare.
Il designer polacco Robert Bronwasser affronta il Fuorisalone rispondendo alle 4 principali attività che si svolgono in casa: sedere, mangiare, lavarsi e dormire.
Design needs to be smart, modest, iconic, logical and enjoyable.
Spero vi sia piaciuta questa passeggiata tra i garage di via Ventura e i loro giovanissimi designers. Ho così tante belle cose da mostrarvi.
E se avete voglia di una vera e propria full immersion nella Milano Design Week seguite la pagina Facebook #WEBLOGsaloni per essere aggiornati in diretta su tutte le pubblicazioni dei post delle mie colleghe.