Parigi o Londra? Londra o Parigi? Chissà perché due città che non potrebbero essere più diverse tra loro vengono costantemente paragonate. Dovendo scegliere? Io non avrei dubbi, Parigi! E finalmente ci sono tornata, anche se ufficialmente per poche ore, quasi due giorni li ho passati in fiera. Venite un po’ a spasso per Parigi con me?
Grazie a uno di voi che non finirò mai di ringraziare ho scoperto la Galerie Vivienne e la storia dei Passages Couverts di Parigi. Questi passaggi, costruiti verso la fine del 18° secolo per permettere all’alta borghesia di passeggiare evitando di sporcarsi in strada, contenevano boutiques, gallerie d’arte, librerie, ristoranti e, spesso al primo piano, abitazioni. All’epoca erano più di un centinaio, ma con l’arrivo dei grandi magazzini iniziarono ad essere meno frequentati finchè la maggior parte non venne chiusa. Ne rimangono pochissimi a Parigi, sulla rive droite della Senna e io mi sono letteralmente innamorata di uno di questi: la Galerie Vivienne.
Nella Galerie Vivienne ho trovato la librerie Jousseaume, una delle più belle e suggestive che abbia mai visto, passata di generazione in generazione dal 1826. L’interno è piccolissimo, ma i libri sono ovunque, persino nei cassetti o a impedire l’accesso alla bellissima scala a chiocciola in legno che porta alla parte più alta degli scaffali che circondano il perimetro.
Uscendo dalla galleria su Rue Vivienne 6, troverete le grandi vetrate di Daroco, ristorante Italiano con un design originale e moderno, frutto della collaborazione tra gli architetti Olivier Delannoy e Francesca Errico e il tattoo artist Supakitch. Il soffitto completamente specchiato che raddoppia l’ambiente, il pavimento di granito intarsiato con lastre di ottone, tavoli in marmo verde, schienali e sedute in velluto blu, tra i pilastri in cemento e le suggestive pareti in mattoni a vista.
Per curiosare ancora un po’ cliccate qui.
Quest’anno per la prima volta sono entrata nel cortile del Palais Royal, una volta destinato a parcheggio, dagli anni ’80 abbellito dall’opera d’arte commissionata a Daniel Buren. Les Deux Plateaux, 260 colonne ottagonali a strisce verticali bianche e nere, identiche, tranne che per l’altezza. Bellissima! Un’opera impattante ma delicata, il contrasto e l’integrazione con le colonne classiche del palazzo è davvero interessante.
Tra rue du Bouloi e la Galerie Vero Dodat abbiamo incontrato per caso il lifestyle market de La Maison Bineau, un grande Pop-Up store di arredamento e complementi diviso in varie stanza e sviluppato intorno una corte con una grande copertura in ferro e vetro e un bar centrale. Tantissime le aziende presenti: Gubi, Etnichraft e tante altre meno conosciute e più…francesi.
Al numero 21 della Galerie Vero Dodat c’è anche un negozietto delizioso, la famosa creatrice del beauty brand “By Terry” ha aperto un piccolo spazio pieno di oggetti ricercati, un vero e proprio cabinet de curiosité dedicato alla casa, un mix di oggetti d’arte, articoli per la tavola, ceramiche e porcellane, antichità…e qualunque cosa piaccia alla padrona di casa.
Passiamo attraverso i Jardin Les Halles. Il centro commerciale sotterraneo che ha sostituito l’antico mercato alimentare proprio non riesce a piacermi, ma i giochi d’acqua in superficie alla luce del tramonto sono davvero suggestivi.
Proprio accanto c’è la chiesa di Sant’Eustachio, la mia preferita, me l’ha fatta scoprire mio fratello qualche anno fa. Stile gotico, navate altissime e il più grande organo di Francia.
Si è fatto tardi, scatto ancora qualche foto tra brasserie e street art ed è ora di cena. A due passi da Les Halles ci fermiamo da Le Brun in Rue Saint-Honoré, super consigliato, difficilmente dimenticherò la mia fricassé d’escargots.
Se anche voi siete appassionati di escargot in rue Montorgueil c’è un ristorante dedicato, lo proverò la prossima volta.
La nostra passeggiata per Parigi continua…
Aspetto tanti altri consigli su cosa vedere durante il prossimo viaggio.