Ci sono post a cui tengo più di altri, perché hanno una loro storia, perché mi ci affeziono e perché, come in questo caso, hanno una gestazione un po’ più lunga del solito.
Casa Bagatella è a un passo da Ostuni ed è casa e progetto dell’architetto romano Danilo Parisio.
Una piccola preesistenza rappresenta il nucleo principale dell’abitazione, ampliato dalla presenza della veranda, un continuum della zona living verso l’esterno, filtrato dalla romantica luce che attraversa i brise soleil in legno.
Che bello il gioco di volumi delle murature in tufo, che contengono la scala verso il terrazzo e delimitano gli spazi esterni di Bagatella: l’ingresso, la piscina, il grande giardino faticosamente rimesso in vita.
LA VERANDA
Un setto in cemento bifacciale fa da trait d’union tra veranda e living, contenendo da un lato un antico dolio africano, dall’altro il camino. Il soffitto in cemento armato di casa Bagatella è davvero un opera d’arte, la geometria delle travi e, al centro, un gioco di specchi e prospettive che amplificano la luce all’interno.
Un ribassamento al centro della veranda forma delle panche per i tavoli disegnati dall’architetto Parisio, gli stessi che, al di là del setto in cemento, arredano la zona living.
Tante le ispirazioni orientali, omaggio alle origini della moglie dell’architetto, e le soluzioni tipiche dell’arredamento nautico.
IL LIVING
La casa è stata interamente rivestita da blocchi di tufo con un intercapedine centrale per un miglior isolamento. Nel living, come nella zona notte, le pareti sono occupate da mobili contenitori modulari, interrotti solo dalle grandi aperture verticali a tutta altezza, cornici perfette per gli ulivi secolari. Proprio alle spalle del tavolo, una grande teca vetrata ospita la scultura “i bottoni del cielo”, dell’artista Claudio Cintoli.
Bellissimo il tavolo da pranzo in noce e il contrasto dato dalle due sedie capotavola, disegnate nel 1957 da Luigi Caccia Dominioni.
Non saprei dire cosa ho amato di più di questa casa, l’ho amata tutta, a partire dalla grazia e dall’accoglienza dei padroni di casa, ma l’opera sopra il camino è ciò che più di tutto mi ha lasciato a bocca aperta: “il ramo, il suo disegno e la sua ombra”, di Gorgia Concato.
Alle due estremità del divano due originali porte scorrevoli ospitano un grigliato in acciaio all’interno del quale è stata colata una resina trasparente. Ognuna conduce a due zone notte speculari, con bagno e camera da letto.
La grande fotografia sul sofà è “Memorie della cina contadina”, di Olivo Barbieri.
Ed ecco il “triangolo dello scavo”, una sorta di cannocchiale prospettico fatto di terra e roccia rossa, minuziosamente ripulite a mano, in direzione del centro storico di Ostuni.
Ancora una volta un gioco di prospettive conduce lo sguardo a uno dei più famosi simboli pugliesi, il pumo, reinterpretato in acciaio corten.
credits: Giuseppe Cardone
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